Intelligenza Sintetica

Scheda opera

Intelligenza Sintetica · codice opera XS59

Dati tecnici

anno2023
data di acquistoacquisito in portafoglio
valore corrente stimato in €consultare la Tabella Prezzi aggiornata
identificazione del soggettodipinto astratto/opera ricostruttivista
materiali e tecnicheolio su tela
misure in centimetri cm60 x 80 x 1,8
iscrizionifirma autografa
tecnica di iscrizioneolio
posizione dell’iscrizionesul retro/in basso/a destra
trascrizioneValvo
certificato di autenticitàemesso contestualmente alla vendita
multipli d’artenessuna stampa emessa
stato di conservazioneopera intatta
localizzazione dell’operaRoma · Italia
diritto d’autore© tutti i diritti riservati · globale · S.I.A.E.

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Raisuli O. T. Valvo · Intelligenza Sintetica ·  2023 · Picture 0 · © All rights reserved S.I.A.E.
Intelligenza Sintetica · codice opera XS59

Descrizione opera

Intelligenza Sintetica

Figure vermicolari stilizzate e serpentine varie si aggrovigliano e guizzano un po’ ovunque, sormontate, quasi sempre, da simboli circolari in stile egizio, rappresentanti l’emblema del disco solare.
Un segno antropomorfo, raffigurante una figura bipede stilizzata, in stile arcaico, appare sulla costola destra, nella parte bassa della tela.
Forme quadrangolari di vario colore sono disseminate nel corpo dell’opera, assieme a numeri o lettere, capovolte o meno, a seconda dei casi.
Rapide pennellate policrome appaiono in primo piano in tutte le direzioni.
La stratificazione nella gerarchia dei dettagli di tutti questi elementi supporta una netta differenziazione tra le diverse profondità di campo, qui particolarmente evidenti, che conferiscono all’opera una sorta di tridimensionalità ottica.
Sul fondo, strutture lineari o semi-circolari vanno ad assemblare un’impalcatura strutturale e sfumata, di colore blu.
Uno sfondo azzurro-biancastro supporta il castello di strati sovrapposti, permettendo lo sviluppo delle dinamiche degli elementi.
“Intelligenza Sintetica”, ovvero, appunto, intelligenza artificiale.
Gli scambi elettronici e la velocità di questi stessi. La scelta tra varie opzioni. Le direzionalità, putative o meno, tra le spinte grafiche e l’assegnazione dei pesi. Gli scambi, propri del mondo dell’automazione. L’imprevedibilità. La casualità, reale o presunta. L’aleatorietà.
Molto semplicemente.
Come, in fondo, semplice è e deve essere il linguaggio delle e tra le macchine. Il linguaggio del nostro tempo.
L’impatto visivo di questo lavoro sembra abbandonare, in questo caso, qualsivoglia tipologia di concettualità secondaria. Non vi sono principi sottintesi. Significati nascosti. O almeno, così parrebbe. Quello che vediamo è, molto semplicemente, ciò a cui stiamo assistendo.
“What you see, is what you get”. E, proprio nell’assistere allo svolgersi, quasi computazionale, di tutto ciò che avviene davanti ai nostri occhi, si ha come l’impressione di essere assorbiti e travolti da questa accelerazione in atto. Ci sembra di “correre” insieme all’opera.
Un totale coinvolgimento percettivo dunque.
Così come, del resto, abbiamo il forte sentore che, tornando in noi stessi, tutto continuerà comunque a fluire. A scorrere. Indipendentemente dalla nostra discrezione. Panta rei.
L’opera è quantomai “contemporanea”. Nel senso più letterale del termine. Una composizione inequivocabilmente ed inscindibilmente legata al suo secolo.

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