Scheda opera
Dati tecnici
anno | 2023 |
data di acquisto | acquisito in portafoglio |
valore corrente stimato in € | consultare la Tabella Prezzi aggiornata |
identificazione del soggetto | dipinto astratto/opera ricostruttivista |
materiali e tecniche | olio su tela |
misure in centimetri cm | 60 x 80 x 1,8 |
iscrizioni | firma autografa |
tecnica di iscrizione | olio |
posizione dell’iscrizione | sul retro/in basso/a destra |
trascrizione | Valvo |
certificato di autenticità | emesso contestualmente alla vendita |
multipli d’arte | nessuna stampa emessa |
stato di conservazione | opera intatta |
localizzazione dell’opera | Roma · Italia |
diritto d’autore | © tutti i diritti riservati · globale · S.I.A.E. |
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Descrizione opera
Intelligenza Sintetica
Figure vermicolari stilizzate e serpentine varie si aggrovigliano e guizzano un po’ ovunque, sormontate, quasi sempre, da simboli circolari in stile egizio, rappresentanti l’emblema del disco solare.
Un segno antropomorfo, raffigurante una figura bipede stilizzata, in stile arcaico, appare sulla costola destra, nella parte bassa della tela.
Forme quadrangolari di vario colore sono disseminate nel corpo dell’opera, assieme a numeri o lettere, capovolte o meno, a seconda dei casi.
Rapide pennellate policrome appaiono in primo piano in tutte le direzioni.
La stratificazione nella gerarchia dei dettagli di tutti questi elementi supporta una netta differenziazione tra le diverse profondità di campo, qui particolarmente evidenti, che conferiscono all’opera una sorta di tridimensionalità ottica.
Sul fondo, strutture lineari o semi-circolari vanno ad assemblare un’impalcatura strutturale e sfumata, di colore blu.
Uno sfondo azzurro-biancastro supporta il castello di strati sovrapposti, permettendo lo sviluppo delle dinamiche degli elementi.
“Intelligenza Sintetica”, ovvero, appunto, intelligenza artificiale.
Gli scambi elettronici e la velocità di questi stessi. La scelta tra varie opzioni. Le direzionalità, putative o meno, tra le spinte grafiche e l’assegnazione dei pesi. Gli scambi, propri del mondo dell’automazione. L’imprevedibilità. La casualità, reale o presunta. L’aleatorietà.
Molto semplicemente.
Come, in fondo, semplice è e deve essere il linguaggio delle e tra le macchine. Il linguaggio del nostro tempo.
L’impatto visivo di questo lavoro sembra abbandonare, in questo caso, qualsivoglia tipologia di concettualità secondaria. Non vi sono principi sottintesi. Significati nascosti. O almeno, così parrebbe. Quello che vediamo è, molto semplicemente, ciò a cui stiamo assistendo.
“What you see, is what you get”. E, proprio nell’assistere allo svolgersi, quasi computazionale, di tutto ciò che avviene davanti ai nostri occhi, si ha come l’impressione di essere assorbiti e travolti da questa accelerazione in atto. Ci sembra di “correre” insieme all’opera.
Un totale coinvolgimento percettivo dunque.
Così come, del resto, abbiamo il forte sentore che, tornando in noi stessi, tutto continuerà comunque a fluire. A scorrere. Indipendentemente dalla nostra discrezione. Panta rei.
L’opera è quantomai “contemporanea”. Nel senso più letterale del termine. Una composizione inequivocabilmente ed inscindibilmente legata al suo secolo.
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